…sentieri di lettura – il corpo respira

Riflessioni sul Seminario:

“Il corpo respira, il respiro nei corpi” 

Il respiro è quello che noi siamo…

Il respiro è il bene più prezioso che possediamo. L’anima è stata da sempre identificata con il respiro. Dalla narrazione biblica, in cui Dio infonde respiro nella materia, a quella omerica in cui il pensiero è reso attraverso la metafora dei polmoni. Che il respiro sia vita è tanto vero che la filosofia è giunta a tradurre l’Io penso con Io respiro.

Se ci venisse chiesto di smettere di respirare, non potremmo farlo, perché tutti sappiamo che è irrinunciabile. Eppure respirare bene è qualcosa di cui ci priviamo abitualmente. Ogni giorno disperdiamo un pochino del nostro respiro e lo cediamo alle nostre preoccupazioni quotidiane senza chiedere niente in cambio.
Dove va a finire questo nostro respiro perduto?
Spesso quello che perdiamo è difficile da ritrovare. Così ci adattiamo a un respiro un po’ più corto e rinunciamo a ricercarlo nella sua pienezza originaria. Questa “postura” comporta ciò che chiamiamo blocchi respiratori, che impediscono il libero flusso del respiro nel corpo.

E’ nei momenti in cui respiriamo bene che sentiamo finalmente di ritornare a noi stessi, come un dolce approdo sulle rive della nostra anima. Questa sintonia con noi stessi è forse quello che intendiamo con armonia o felicità. Comunque la definiamo, è una percezione che tutti riconosciamo immediatamente e che proviamo quando ci sentiamo protetti e quando facciamo qualcosa che amiamo.

Il respiro ci rappresenta, sia come esseri viventi che come individui. Ognuno ha un rapporto diverso con il proprio respiro, che rispecchia la sua storia personale e la particolare stagione di vita che sta attraversando.
In periodi storici bui come questo sentiamo come il respiro ci accomuni, come gli avvenimenti del mondo esteriore influenzino la nostra interiorità. Non siamo solo esseri pensanti, ma anche esseri fatti di respiro. Questo è così vero che in epoche di dolore collettivo, è il respiro a farsi carico della nostra sofferenza.
Il prana è infatti l’anello di congiunzione tra il nostro corpo grossolano o fisico, quello energetico, quello mentale e, talvolta, anche mentale superiore. Assume su di sé le nostre emozioni, i pensieri e rappresenta una via di accesso alla coscienza più profonda di noi stessi.

Il seminario “Il corpo respira, il respiro nei corpi” è stato un atto di ringraziamento verso il respiro e ha voluto dedicargli quel tempo e quella attenzione che così poco gli concediamo. Una sorta di omaggio dedicato alla cura del respiro, nel segno del concetto di espansione.
Accuditi da Chiara e Francesca, con capacità e delicatezza, siamo stati guidati in una serie di tecniche di asana e pranayama che stimolano il rilassamento e l’elasticità del muscolo diaframmatico, il rilascio dei blocchi e la fluidità del respiro. Siamo stati introdotti alla visione olistica dell’uomo nello Yoga e alla meccanica della respirazione e del diaframma, un muscolo troppo spesso dimenticato.

Personalmente le due giornate mi hanno permesso di acquisire una maggiore consapevolezza delle interrelazioni che intessono i nostri corpi (sharira) e involucri (kosha). Asana e pranayama contengono già in sé, almeno in potenza, gli stadi successivi del percorso yogico, come la ritrazione dei sensi all’interno, la concentrazione e la meditazione. Quindi un lavoro su un piano può avere una portata molto più ampia e sconfinare oltre sé stesso.

Vorrei concludere con un’ultima considerazione, per la quale devo molto a Francesca: il respiro è sentire per eccellenza, non può essere pensato, non può essere reso attraverso il linguaggio, quindi ci riporta alla parte più irriducibile e vera del nostro essere.

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